Santuario di San Chiaffredo (m. 1417)

Si trova a breve distanza dalla frazione Villa, lungo la strada per Pian del Re; la tradizione vuole che Chiaffredo fosse soldato della Legione Tebea, massacrata ad Agauno, in Svizzera, nel 286 d.C.. Egli venne inviato in Valle Po per il controllo del confine tra la Gallia Cisalpina e la Gallia Transalpina; avendo giurato fedeltà all’Imperatore, rifiutò di rinunciare alla propria fede cristiana e per questo venne martirizzato. Nel 522 d.C. un contadino che stava arando un piccolo campo nelle vicinanze di un burrone, vide i suoi buoi precipitare nel dirupo, per poi ritrovarli sani e salvi nel vallone e scoprire che nel cadere avevano scoperto un sepolcro, all’interno del quale vi era una lapide con il nome di “Teofredo”. In questo luogo venne costruito un pilone votivo, ben presto trasformato in una cappella, successivamente ampliata fino a diventare una chiesa vera e propria. Il Santuario odierno conserva ancora la navata centrale di epoca tardo quattrocentesca, nella quale spiccano pregevoli capitelli gotici e, sopra l’altare maggiore, l’affresco raffigurante la Madonna in Trono con il Bambino Gesù in braccio, affiancata dai santi Chiaffredo e Costanzo. Di notevole importanza, per qualità e quantità, la straordinaria collezione di ex-voto, testimonianza di fede popolare, ancora oggi molto sentita, che vede nel corso dell’estate il Santuario meta di pellegrinaggi dai paesi della Valle Po. San Chiaffredo è protettore della Diocesi di Saluzzo.

 

Frazione Serre

Posta a pochi metri di distanza dal capoluogo, la frazione Villa, ospita la Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: è stata costruita tra il 1391 e il 1406 quando l'inondazione del Po del XII secolo cancellò l'antica parrocchia di San Martino esistente a Crissolo (Villa). La data dell'alluvione potrebbe ricondursi al mese di settembre 1391, quando anche la vicina Val Varaita subì lo stesso spaventoso evento che fece registrare la scomparsa dell'antico castello di Casteldelfino. In un atto del 1406 la nuova Chiesa intitolata a San Giovanni Battista venne affidata al curato Am.O.Jacob de Castro Cadracii della Diocesi di Embrun.
A sottolineare l'importanza, sacrificio e impegno, affrontato dai Crissolesi per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale viene in aiuto un documento del 1754, redatto da Don Giovanni Perotto, parroco di qual tempo, che descriveva: "l'obbligazione della illustre Comunità di Crissolo e della Confratria di S.Spirito di far celebrare in codesta chiesa Parrocchiale in suffragio dell'anime dei fondatori della veneranda Parrocchiale Messe Grandi dieci requiem in ogni anno, versando al Parroco la limosina di venti soldi per ogni messa".  Nel 1926 la Chiesa Parrocchiale fu oggetto di un restauro radicale, la navata centrale e gli altari laterali vennero interamente restaurati e ridipinti dal pittore Cleto Gibello. Dal 1927 possiamo quindi ammirare la grandiosa opera di pittura con gli affreschi di San Giovanni Battista, la rappresentazione di San Chiaffredo (Patrono della Diocesi),  San Giuseppe (Patrono della Parrocchia), San Bernardo, Sant'Antonio nonché la Natività di Gesù Bambino, riportati allo splendore di un tempo nel 1998, per volontà del Parroco Don Destre a ricordo del suo trentennale di Parrocchia, dal pittore Adolfo Dutto.

 

Frazione Borgo (m. 1529)

Tra le frazioni di Crissolo, Borgo occupa una posizione di grande interesse, sia dal punto di vista panoramico, un balcone di fronte al Monviso, ma soprattutto per le caratteristiche costruttive delle sue case, rispettose della tipica tradizione architettonica, che utilizzava materiali reperibili in loco, pietra e legno. Interessanti esempi di ristrutturazioni edilizie negli ultimi anni, ispirate ai criteri propugnati dall’architetto Renato Maurino, notevole professionista che si è impegnato durante la sua vita professionale per promuovere la cultura della ristrutturazione, recuperando le caratteristiche costruttive originarie dei fabbricati.

Alcuni esempi di affreschi murali, opera di Giors Boneto, pittore itinerante attivo in zona tra fine 1700 e inizio 1800, sono testimonianza di una semplice fede popolare.

La Cappella di San Sebastiano: nel XIII secolo Crissolo aveva nel Borgo il suo centro principale. A borgo sorgeva l’antico castello e nel 1489 venne costruita dalla famiglia De Faynis la Cappella intitolata a San Sebastiano come ringraziamento o voto per l’avvenuta liberazione della popolazione dalla tremenda epidemia di peste. Nel 1540 il Vicario Generale visitando la Cappella la trovò indecente ordinandone il restauro entro un anno sotto pena di scomunica . La tradizione popolare narra che per pagare il restauro, la gente del Borgo, si fece prestare una scrofa dai Monaci di Sant’Antonio di Ranverso per farla riprodurre e permettere, con la vendita dei porcellini, il restauro della Chiesa. La Chiesa risulta confermarsi la cappella sepolcrale della famiglia De Faynis, cui resti sono stati ritrovati in occasione dei lavori del 1972. Col passare degli anni la cappella, ormai diroccata venne abbattuta e costruita più a monte nel 1936. Sono tuttora riconoscibili le lapidi dedicate ai soldati crissolesi caduti nella seconda guerra mondiale e la lapide in memoria di Sergio Bocca.

Frazione Serre Uberto (m. 1534)

È la più elevata tra le frazioni di Crissolo, situata lungo la strada del Pian del Re: caratteristica è la chiesetta, realizzata del 1970, ideata e voluta da Vittoria Genre. La piccola chiesetta è stata benedetta da Don Luigi Destre, su delega del Vescovo di Saluzzo Mons. Antonio Fustella, il 20 settembre del 1970. La chiesa si trova ancora in ottimo stato conservativo ed è curata con molta meticolosità dai turisti della frazione che ne curano la gestione. Ogni anno viene celebrata la festa della Madonna della Neve la prima domenica di agosto.

Ciampagna

Dalla frazione Borgo ha inizio la strada che conduce alla località Ciampagna, (il suo nome deriva dalla particolare fertilità della zona, coltivata a campi),dove si trovano le frazioni Brich, Bertolini, Fenogli, Sagne Inferiori e Sagne Superiori, situate in posizione invidiabile, protetta dai venti e dominate dalla maestosa piramide del Monviso. In prossimità della frazione Bertolini si trovano la Cappella della Madonna degli Angeli,  ed il Pilone Fenoglio, realizzati rispettivamente nel 1771 e nel 1908. Della costruzione della Cappella si trova documento nel Municipio di Crissolo datato 8 agosto 1764 nel quale si richiedeva la costruzione di una Cappella per la celebrazione dei sacramenti vista la distanza della frazione alla prima chiesa.
Altri piloni votivi accompagnano la strada verso la Cappella di Ciampagna: il Pilone Fenogli datato 1955, il pilone della Madonna, Pilone Agù, il pilone fatto erigere da Maria Grazie Fenoglio, il pilone di Maria Bertolino realizzato nel 1944.

Pian della Regina (m.1714)

Situata all’interno del Parco del Monviso, la località è conosciuta anche con il nome di Pian Melzé, che dall’occitano significa “bosco di larici” per la presenza in passato di questa tipologia di alberi. Venne ribattezzata Pian della Regina in onore della regina consorte Claudia di Francia, quando l’imperatore Francesco I di Valois occupò con il suo esercito la soprastante zona del Pian del Re, nel XVI secolo. La valle è attraversata dal fiume Po, qui ancora torrente. Esso nasce poco sopra, a Pian del Re e scende formando in un tratto del suo percorso delle suggestive cascate. Da Pian della Regina diversi sentieri, di varia lunghezza e difficoltà, consentono di scoprire il Parco in tutta la sua bellezza. Lungo la strada sterrata che costeggia il  Po e che sale verso Pian del Re, si trova la chiesetta alpina dedicata alla Regina Martyrum.

Pian del Re e Sorgente del Po (m. 2020)

Riserva naturale speciale del Parco del Monviso, è una conca di origine glaciale; qui, sotto un grande masso, nasce il Po, il più importante fiume d’Italia, lungo 652 km.; l’acqua proviene da numerose sorgenti di alta quota, alimentate dagli antichi ghiacciai del Monviso. Nell’area di Pian del Re l’acqua di alcune sorgenti, per effetto del terreno pianeggiante, ha dato origine nel corso del tempo alla torbiera, area umida di notevole interesse per le sue caratteristiche botaniche e faunistiche, habitat di organismi che si sono adattati alla vita in acque fredde, povere di nutrienti. Endemica di questa zona è la Salamandra di Lanza, di colore nero: vive sotto le rocce umide ed è possibile vederla nelle giornate piovose o nebbiose; si nutre di piccoli insetti o invertebrati; trascorre l’inverno sotto le rocce o nelle fenditure del terreno, in uno stato di totale inattività.

Grotta di Rio Martino (m. 1530)

Si trova a circa mezz’ora di cammino dal centro di Crissolo, all’interno dell’area dell’omonimo Sito di Interesse Comunitario del Parco del Monviso, sul versante orografico destro del fiume Po. Si tratta di una delle grotte più importanti del Piemonte, composta da un ramo inferiore della lunghezza di 530 metri, attrezzato con passerelle per la visita, e da un ramo superiore, non accessibile al pubblico, molto  importante dal punto di vista speleologico. La visita del ramo inferiore della grotta è un viaggio emozionante costeggiando un torrente sotterraneo che presenta alcune notevoli formazioni stalattitiche e stalagmitiche, e termina di fronte alla meravigliosa cascata del Pissai, con un salto d’acqua di 40 metri. Le enormi pressioni delle acque dei torrenti sub glaciali raccolte in fondo al grande ghiacciaio che ha formato la Valle Po hanno, nel corso dei millenni, scavato la Grotta di Rio Martino, notevole anche per un importante aspetto ecologico, ospitando una rara fauna, in particolare 7 diverse specie protette di  chirotteri (pipistrelli), che qui si ritirano nei mesi invernali per il letargo.

La visita alla grotta è consentita solamente nel periodo da aprile ad ottobre, esclusivamente con accompagnamento di guide naturalistiche.

Parco del Monviso – Riserva MAB Unesco

Il Parco Regionale del Monviso è nato nel 2016 come ampliamento del Parco del Po che era stato istituito nel 1990. Il territorio protetto, circa 10.000 ettari, si estende dalla pianura cuneese fino alla cima del Monviso, e raggruppa una grande varietà di ambienti in cui vivono moltissime specie animali e vegetali, alcune delle quali, in tutto il mondo, sono presenti solamente in questa area. Nel 2013, al termine di un impegnativo percorso, l’allora Parco del Po ed il confinante Parco del Queyras hanno ottenuto il  ricoscimento MAB (Man and Biosphere) per ciascuna delle due vaste aree di riferimento, con l’intento di ottenere l’approvazione di una unica riserva MAB transfrontaliera. Così, nel giugno 2014, l’UNESCO ha approvato la prima Riserva transfrontaliera italiana, estesa ben al di là del territorio dei due parchi naturali, ma che in essi trova la sua zona più rilevante. Per quanto riguarda Crissolo quasi il 50% del territorio comunale è sotto tutela del Parco del Monviso.

Museo di Vita Crissolese e Museo delle Guide del Monviso

È stato inaugurato nel 2018 in occasione dei festeggiamenti per i 50 anni di permanenza di Don Luigi Destre quale Parroco a Crissolo, soprannominato “Il Papa del Monviso”: raccoglie una serie di oggetti, testimonianza di vita quotidiana della comunità nel corso del tempo, da lui pazientemente raccolti nel corso del suo lungo ministero sacerdotale, che aveva voluto donare alla collettività. Nello stesso anno, in occasione del Raduno delle Guide Alpine del Piemonte, è stato inaugurato nella Sala delle Guide il primo nucleo del Museo dell’Alpinismo e delle Guide Alpine del Monviso, nel quale sono esposti i primi reperti storici dell’alpinismo del Re di Pietra, con la prospettiva di realizzare un Museo diffuso che coinvolgerà alcuni edifici storici del Comune.

Flora, fauna e geologia – Una grande ricchezza di biodiversità

Salendo verso le alte quote di incontra una notevole varietà di ambienti naturali. Intorno a Crissolo dominano i boschi di latifoglie, soprattutto frassini, aceri e faggi; caratteristica la faggeta nell’area del “Paradiso delle dame”, poco a valle del villaggio, ricca di alberi secolari, maestosi nella loro imponenza. Al di sopra dei 1500-1600 metri di quota sono le conifere a farla da padrone, soprattutto abeti e larici: la conca del Ponte Riondino nei mesi autunnali si ammanta di spettacolari tonalità di colore. Usciti dal bosco dominano i pascoli; con l’arrivo della primavera esplode lo spettacolo delle fioriture. Assieme alle più tipiche specie della flora montana, sono molte le specie di interesse scientifico presenti nel territorio. Accanto al Giglio martagone e al Giglio di San Giovanni si possono incontrare rari esempi di Aquilegia alpina, specie di grande interesse ai fini della sua conservazione per la sua rarefazione nelle stazioni alpine; e poi una stupefacente varietà di orchidee: rigorosamente tutelate, oltre ad essere note per la bellezza delle loro fioriture, rivestono un grande interesse scientifico per la loro peculiarità adattativa.

Altrettanto ricca è la fauna: i boschi accolgono numerosi esemplari di caprioli, cervi e cinghiali; in questi ultimi anni anche i lupi hanno fatto la loro comparsa, mentre alle quote più elevate camosci e stambecchi sono le specie predominanti: non è difficile avvistare questi ultimi nelle vicinanze dei sentieri o dei rifugi. Grandissima anche la varietà di uccelli, su tutti domina l’aquila, e di insetti, con oltre 700 specie censite all’interno del territorio del Parco. Di notevole interesse la Salamandra di Lanza, tipica di questa zona, che è facile vedere nella zona del Pian del Re nelle giornate di clima umido.

Sotto il profilo geologico, il gruppo del Monviso nacque circa 80 milioni di anni fa quando, in seguito allo scontro tra il margine continentale europeo e la costa africana, l’antico fondale dell’Oceano Tetide emerse dalle acque ed andò a formare la Alpi.

LE TRADIZIONI

Il Bussolin

È un rito carnevalesco particolarmente originale, che richiama la tradizione popolare della questua delle uova che un tempo si svolgeva nelle località dell’alta Valle Po. Inizialmente si trattava di un teatro ambulante che si spostava con l'ausilio di un mulo e di un carretto. Il carretto addobbato scendeva verso valle, i figuranti cantavano e raccontavano la vicenda di una bellissima ragazza che si era perduta mentre raccoglieva le more. Fortunatamente veniva aiutata da un contadino che la nascondeva in un luogo sicuro, in un cespuglio di rose (buisson, da cui il nome del rito). Il Re del posto riusciva però a corrompere il contadino per farsi consegnare la giovane, cui offriva la chiave del castello. Visibilmente arrabbiata, la ragazza lanciava maledizioni al povero contadino, ma poi cedeva di fronte alla proposta di una nuova vita agiata, che le avrebbe per messo di diventare regina. Nella rappresentazione scenica il Bussolin è un grande ombrello con lunghe frange che simboleggia il cespuglio-nascondiglio della giovane. La vicenda è musicata sulle note di un canto popolare. Si svolge in occasione del Carnevale ed è molto partecipata dalla popolazione.

La Festa di San Giovanni

In occasione della Festa patronale di San Giovanni, che si svolge a cavallo del 24 giugno, viene organizzato un mercatino di oggetti di artigianato e prodotti locali, che richiama un folto numero di visitatori. La sera precedente veniva organizzato un grande falò, un rito di antiche origini, nato con lo scopo di propiziare, in concomitanza con il solstizio d’estate, buoni raccolti, e proteggere il bestiame da tempeste e malattie. Era tradizione che il giorno di San Giovanni i contadini accendessero quattro fuochi ai lati dei campi per invocare la protezione sul raccolto.

La Fiera di San Chiaffredo

È un evento che si svolge da antichissima data, il primo sabato di settembre: anticamente era l’occasione per i pastori per commerciare il bestiame. L’appuntamento di Crissolo era molto importante, in quanto il primo dopo la stagione estiva e serviva per stabilire i prezzi di riferimento del bestiame anche per le fiere successive in pianura. Oggi ha perso un po’ dello spirito originario, ma è l’occasione per richiamare un gran numero di visitatori, alla ricerca di prodotti locali.

Crissolo Comune Fiorito

Da anni Crissolo partecipa al Concorso Comuni Fioriti, grazie al quale ha ottenuto nel 2017 il 1° premio nazionale tra i comuni fino a 1.000 abitanti. Nei mesi estivi la qualità della fioritura degli spazi pubblici e delle abitazioni private è veramente di alto livello, con l’ambizione di realizzare ogni anno sempre nuove composizioni floreali, quasi in una sorta di competizione tra i residenti ed i turisti.

Crissolo Villaggio degli Alpinisti

Il circuito internazionale dei “Villaggi degli Alpinisti” raggruppa una quarantina di località dell’arco alpino che puntano sull’autenticità e sulla frequentazione rispettosa dell’ambiente per attrarre i turisti; località che sono accomunate dalla storia dell’alpinismo, dalla bellezza delle montagne, da grandi ricchezze naturali, storiche e culturali; tutte caratteristiche ben presenti nel territorio di Crissolo: il Monviso, la sorgente del fiume Po,il Parco del Monviso, la Grotta di Rio Martino, il Buco di Viso, sono solo alcuni aspetti del patrimonio che Crissolo può vantare, senza dimenticare l’importanza della storia dell’alpinismo sul Monviso; la stessa idea della nascita del Club Alpino Italiano è maturata a seguito della prima ascensione italiana al Monviso nel 1863 ad opera di Quintino Sella.

Il percorso di candidatura è stato molto duro e selettivo, così come la sessione svoltasi nella sede di Innsbruck il 5 dicembre 2022 nella sede del Comitato internazionale dei “Villaggi degli Alpinisti” (Bergsteigerdorfer), di cui fanno parte i Club Alpini di Austria, Germania, Italia, Slovenia, Svizzera.

Crissolo riveste una forte valenza simbolica per il CAI e per tutto l’alpinismo italiano.